Dipinti



San Lorenzo Martire
Suggestivo dipinto a tempera su tavola raffigurante San Lorenzo, con aureola decorata a foglia oro e arricchita da un’elegante e complessa bulinatura.
Lo sfondo è caratterizzato da elementi floreali e fitomorfi, mentre sulla destra vediamo raffigurata una fortezza che riprende lo stile iconografico dei blasoni medievali.
La figura del Santo è riconoscibile per la palma del martirio, per la capigliatura, per la veste color rosso, e soprattutto per la graticola, sulla quale fu martirizzato venendo arso vivo.
La cornice, eseguita in un periodo successivo, è di matrice stilisticamente più arcaica rispetto all’opera, riuscendo tuttavia ad accompagnarla in modo elegante e consono, in special modo adattandosi alla forma dell'opera.
Il dipinto è attribuito a Tommaso di Piero del Trombetto (Prato, 1464 – 1530 circa). Expertise a cura del Professor Alessandro Delpriori.
Misure: 113,5 x 53,5 cm
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Bibliografia di riferimento
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Piero Morselli, Tommaso di Piero Trombetto: aspetti della pittura pratese, 1485-1530, Azienda autonoma de turismo di Prato, 1987.
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[F. Baldanzi], Indice cronologico d’artisti pratesi, in Pel Calendario pratese del 1850. Memorie e studi di cose patrie, V (1849), p. 112
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Madonna dell'Umiltà
Tempera su tavola decorata a fondo oro con bassorilievo e bulinatura, di provenienza veneziana e risalente al primo quarto del XV secolo, raffigurante la “Madonna dell’Umiltà”. La Vergine è raffigurata seduta, come prevede questo tema, con le mani giunte in preghiera, mentre Gesù Bambino le è sdraiato in grembo, adagiato sulla veste di cui è stato spogliato. Oltre alla pittura, è di particolare pregio e importanza l’abile lavoro di bassorilievo e bulinatura del fondo della tavola.
Opera attribuita alla Bottega di Zanino di Pietro (..., 1380 – Venezia, 1443) . Expertise a cura del Professor Alessandro Delpriori. Misure: 50 x 37 cm
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Bibliografia di riferimento
• https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500717028
• Serena Padovani, Una nuova proposta per Zanino di Pietro, in Paragone, vol. 36, n. 4, Firenze, Sansoni, 1985, pp. 73-81.
• Paola Berardi, Zanino di Pietro - Un raro maestro medievale nel Museo Civico di Rieti, in Fidelis Amatrix, Amatrice, Cola dell’Amatrice, marzo/aprile 2005, pp. 25-26.
• Stefano Petrocchi, Zanino di Pietro, detto anche Giovanni di Pietro Charlier o di Francia, Madonna con Bambino 1429, in Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti (a cura di), Restituzioni 2018 - Tesori d'arte restaurati, Venezia, Marsilio, 2018, pp. 264-268.
• Mauro Minardi, Pittura veneta fra Tre e Quattrocento nelle Marche. Note in calce a una mostra, in Arte Veneta, n. 63, Milano, Electa, 2006, pp. 6-23.
• Federico Zeri, Aggiunte a Zanino di Pietro, in Paragone, vol. 13, n. 153, Firenze, Sansoni, 1962, pp. 56-60.
• Mauro Lucco (a cura di), La pittura nel Veneto - Il Quattrocento, Milano, Electa, 1990.



Ecce Homo
Dipinto ad olio e tempera su tavola in larice raffigurante “Ecce Homo”, di provenienza spagnola e databile alla fine del XVI secolo. Si ipotizza un’attribuzione all’ambito dei pittori spagnoli Pablo Schepers e Roland de Mois. Gli autori fiamminghi furono chiamati a Saragozza da Martin de Gurrea y Aragòn, duca di Villahermosa intorno al 1559. I due formarono un’unica personalità artistica, e attualmente non siamo in possesso di dati bibliografici sufficienti per distinguerli. Esiste un pannello molto simile all’interno del municipio di Tarazona attribuito alla cerchia di Pablo Schepers, e una scena di Ecce Homo attribuita a Roland de Mois nella Basilica del Pilar a Saragozza. Questi dipinti mostrano particolari ricorrenti e similari quali la corona di spine, l’aureola che forma una croce luminosa e soprattutto i connotati del viso, come l’orecchio, gli occhi arrossati dal pianto, la caratteristica forma del naso, la barba, nonché l’espressione ricca di pathos. Misure: 50,5 x 38 cm
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Bibliografia di riferimento
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Criado, J.: “La pala d’altare maggiore del monastero di La Oliva (1571 – 1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie”, Artigrama, n. 26, 2011, pag. 2011, pag. 557 – 581.
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Benito Domenech , José (1991). "Annotazioni al pittore fiammingo Pablo Schepers" . Accademia: Bollettino dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando (73): 459-476. ISSN 0567-560X . Archiviato dall'originale nel 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .
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Castro Alava , José Ramon (1941). «Le pale d'altare dei Monasteri de La Oliva e del Fitero» . Principe di Viana 2 (3): 13-26. ISSN 0032-8472 . Archiviato dall'originale il 13 dicembre 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .
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Servo Mainar, Jesus Fermin (2011). «La pala d'altare maggiore del monastero di La Oliva (1571-1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie» . Artigrama: Giornale del Dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università di Saragozza (26): 557-582. ISSN 0213-1498 . Estratto il 13 settembre 2020
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Sacra Famiglia
Opera di pittore italo-fiammingo attivo tra Liguria e Piemonte, seguace coevo delle formule artistiche di Joos van Cleve. Il dipinto, databile al 1515 – 1525 circa, è un olio su tavola in larice raffigurante una Sacra Famiglia con cesto di fiori. L'attribuzione, a cura della Dr.ssa Mia Alsina, getta luce su un autore che godette dei frutti dell'espansione e del successo dell'arte fiamminga nel corso del XVI secolo, soprattutto in Italia, Spagna, Portogallo e Francia. Il pittore è un attento osservatore delle formule che Joos van Cleve mutuò a sua volta da artisti del panorama italiano, stemperando la severa compostezza dell'arte fiamminga con la dolcezza della Vergine, la naturalezza del chiaroscuro e la suggestività del paesaggio.
Di conseguenza, l'autore ha saputo suggerire e sviluppare una scena intima di complicità tra madre e figlio, che pare esulare dalla presenza quasi distante di San Giuseppe, che contempla il bambino mentre pone le mani nella preghiera. Expertise a cura della Dr.ssa Mia Alsina - Timia Art Research.​
Misure: 64,5 x 48,5 cm
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Bibliografia di riferimento
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Snyder, James. Northern Renaissance Art, 1985, Harry N. Abrams, ISBN 0136235964
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La Crocifissione
Piccola tavoletta in ottimo stato di conservazione raffigurante la Crocifissione di Cristo.
Si tratta di un tema ed un soggetto molto importante nella storia dell'arte, ed indubbiamente uno dei più diffusi. Quest'olio e tempera su tavoletta in quercia di provenienza fiamminga, risale all’inizio del XVI secolo. L'autore è a nostro parere vicino ad artisti come Gillis Congnet (Anversa, 1542 – Amburgo, 27 ottobre 1599), pittore fiammingo leggermente successivo secondo le nostre stime, dallo stile pittorico molto personale che ha assimilato e rielaborato in modo simile la lezione di autori come Roger Van Der Weyden. Vi sono poi ulteriori particolarità che rendono peculiare questo dipinto, a cominciare dai suggestivi giochi di tinte blu sullo sfondo, abilmente realizzati per dipingere delle voluminose nubi. Troviamo poi Gerusalemme che si staglia sullo sfondo, tuttavia essa è dipinta come una città marinara. Spostandoci ulteriormente in profondità, vediamo addirittura il mare, indubbiamente un contesto originale e caratteristico.
Misure: 36 x 26,5 cm
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Bibliografia di riferimento
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Le livre des peintres de Carel Van Mander - Page/table 32b de l'édition originale datée de 1604 (Réédité en 2002)
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Pol Potier de Courcy, Nobiliaire et armorial de Bretagne, Vol II, pag. 148.
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Pierluigi De Vecchi e Elda Cerchiari Necchi, Arte nel tempo. Il Medioevo, volume 2, ediz. blu per le scuole superiori, Milano, Bompiani, 2000 [1991], ISBN 978-88-450-4219-5.​